Ottimisti si nasce o si diventa?

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ottimismo

 

 

 

 

 

Molte persone si chiedono se l’ottimismo sia una disposizione ereditaria dell’individuo, vediamo di dare una risposta sulla base degli studi e delle ricerche finora intraprese. L’ottimismo ha radici genetiche? Ottimisti si nasce o si diventa?

Assai pochi sono gli studi concernenti l’influenza genetica sui tratti dell’ottimismo e del pessimismo, posso citare quello condotto da Robert Plomin o quello di Peter Schulman, David Keith e Martin Seligman, il padre della psicologia positiva. I loro risultati pongono in evidenza un’influenza sostanzialmente limitata e indiretta dei fattori genetici sull’ottimismo e sul pessimismo.

Gli studi e le ricerche fanno oggi prevalere una concezione epigenetica dello sviluppo umano, secondo cui l’espressione dei programmi genetici assume percorsi differenti di sviluppo nella produzione di cellule e di tessuti in rapporto alle diverse condizioni ambientali.

Risulta così prevalente l’influenza psicologica nello sviluppo dell’ottimismo o del pessimismo, a sua volta influenzato dallo stile educativo dei genitori e, in particolare, dal tipo di attaccamento materno come elaborato da John Bowlby e, in generale, dall’ambiente di vita. L’ottimismo si può imparare, come scrisse il padre della psicologia positiva Martin Seligman, perché è uno stile cognitivo di spiegazione degli eventi, è un punto di vista, anzi è il punto di vista più costruttivo, utile e salutare.Su ottimismo e pessimismo ho già scritto diversi articoli, i cui link potete trovare in coda, ma è utile richiamarne alcuni significati importanti.

think positive

 

 

 

 

 

L’ottimismo è uno stile di vita e di interpretazione degli eventi che ha influenze molto importanti sul raggiungimento degli scopi e sul mantenimento della salute. Ingredienti dell’ottimismo sono l’indulgenza, in riferimento al passato, fiducia e persistenza, in riferimento al futuro.

L’indulgenza consiste nel non essere troppo severi con sé stessi e, invece, riuscire a cogliere i lati positivi dell’esperienza passata così da attribuirgli una significato costruttivo, fatto che di per sé aumenta il grado generale di soddisfazione per quello che si è riusciti a fare e per i successi ottenuti, anche se modesti.

Per quanto riguarda fiducia e persistenza, sappiamo che gli ostacoli attraversano la vita e gli scopi di ogni persona, ma gli ottimisti considerano le avversità come ostacoli che si possono gestire e aggirare con successo con una certa probabilità in un modo o in un altro; per gli ottimisti le avversità sono sfide da accettare e vincere, di conseguenza vanno alla ricerca di opportunità che l’ambiente può offrire per risolvere i problemi e per superare le difficoltà.

Abbiamo molti vantaggi ad imparare ad essere ottimisti e a coltivare l’ottimismo, anche in termini di salute. L’ottimismo allunga la vita, aiuta a prevenire le malattie cardiache e a gestire le malattie tumorali, aiuta a controllare lo stress e a rinforzare il sistema immunitario, a superare gli eventi traumatici e ad affrontare il panico e la depressione. In calce vi segnalo alcuni utili testi per approfondimenti.

Cinzia Malaguti

 

Sitografia:

La psicologia positiva

L’ottimismo allunga la vita … e non solo

La depressione

Bibliografia:

L. Anolli, L’ottimismo, Bologna, Il Mulino, 2005

M. Seligman, Imparare l’ottimismo, Firenze, Giunti, 1996

B. Zani, E. Cicognani, Le vie del benessere, Roma, Carocci, 1999

 

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