Letteratura – P. S. Buck: La buona terra

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La buona terra è il romanzo più famoso della scrittrice statunitense Pearl S. Buck vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 1938 per le sue ricche ed epiche descrizioni della vita contadina in Cina e per i suoi lavori autobiografici.

Pearl S. Buck pubblica La buona terra nel 1931 vincendo il Premio Pulitzer e la medaglia di riconoscimento della Accademy of Arts and Letters; dal romanzo venne tratto l’omonimo film diretto da Sidney Franklin.

La buona terra è il racconto della vita della famiglia di Wang Lung, descrivendone le vicende di povertà e di ricchezza e del forte legame con la buona terra da cui tutto deriva.

La buona terra racconta una storia patriarcale e di vita contadina cinese quando la donna era sottomessa e asservita, schiava e dove chi ereditava era sempre il maschio, ma la scrittrice lo fa con grande delicatezza ed amore per i suoi personaggi e con una scrittura di un pregio raro.  Potrei persino aggiungere che la figura della donna, che la cultura dell’epoca e quella contadina in generale, volevano sottomessa e asservita, è descritta quale elemento fondativo e fecondo, come la buona terra. Quella buona terra che governa la vita, nell’abbondanza e nella carestia; la città che corrompe e la terra che tempra, la città che illude e la terra che consola, l’ozio che rende insofferenti e la terra che guarisce.

Wang Lung, il patriarca, è il protagonista di questa epopea cinese in cui la terra, il contatto con la terra coltivata e feconda, è sinonimo di vita. La buona terra guarisce Wang Lung dal suo amoroso tormento fomentato dall’ozio, così come già prima, al ritorno dagli orrori della città, in cui si era rifugiato con la sua famiglia in cerca di lavoro durante la carestia, essa lo aveva consolato e sanato. La buona terra è foriera di buoni sentimenti e … finché c’è terra c’è speranza. Interessante la descrizione del rito matrimoniale nella società contadina cinese ed il fatto che là sia il bianco, non il nero come da noi, il colore del lutto.

Pearl S. Buck trascorse la sua giovinezza in Cina per poi ritornare negli Stati Uniti per motivi di studio, sì sposò e ritornò in Cina con il marito. In Cina, dove insegnava letteratura all’Università di Nanchino, rimase fino al 1934 quando fu costretta ad abbandonare il paese a causa delle ritorsioni nei confronti degli stranieri. Negli Stati Uniti, oltre a scrivere, si dedicò alla salvaguardia dei diritti umani, fondando una fondazione per l’assistenza ai bambini asiatici. Morì nel 1973.

Cinzia Malaguti

 

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