Psicologia: gli errori di pensiero tra euristiche e distorsioni

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meccanismi mentali

 

 

 

 

 

 

 

 

Le persone, di norma, non seguono i principi della scelta razionale; in condizioni d’incertezza, quando devono giudicare e decidere, spesso fanno ricorso a scorciatoie mentali, chiamate euristiche; inoltre, sono comuni errori di pensiero: “inversione delle preferenze”, “effetto possesso”, “avversione alla perdita”, “diminuzione della sensibilità”, “distorsione della probabilità”.  Conoscere questi processi ci aiuta a controllarli e ad essere più razionali.

Vi spiego cosa sono e come agiscono le più comuni euristiche ed errori di pensiero.

  • Euristica della rappresentatività: dato un numero di 30 bibliotecari e di 60 commercialisti, se si chiede di decidere se un individuo preso a caso con occhiali, di carattere schivo e assiduo lettore, sia bibliotecario o commercialista, la stragrande maggioranza risponde che è un bibliotecario, anche se è assai più probabile che sia un commercialista;
  • euristica della disponibilità: le persone tendono a giudicare la probabilità di un dato evento in funzione della facilità con cui tale evento è disponibile alla mente;
  • inversione delle preferenze: poniamo i soggetti dinanzi a due scommesse, dove la A ha l’80% di vincere 40 euro e la B ha il 10% di vincere 400 euro; di fronte alla domanda su quale scommessa sceglie fra A e B e quale valuta di più in termini monetari, la maggioranza dei soggetti risponde A alla prima domanda e B alla seconda;
  • effetto possesso: se, ad esempio, regaliamo un boccale di birra decorato ad un gruppo X e poi gli diciamo di venderlo ad un gruppo Y, osservando le trattative, scopriamo che il gruppo X non è disposto a venderlo ad un prezzo inferiore a 12 euro, mentre il gruppo Y non è disposto a comprarlo ad un prezzo superiore a 6,50 euro; il semplice fatto di essere proprietari di un bene lo rivaluta di quasi il doppio rispetto a chi non lo possiede;
  • avversione alla perdita: si è osservato che i tassisti di New York lavorano di meno nei giorni con una grande richiesta rispetto ai giorni con minore richiesta; in altri termini, essi sono disposti a lavorare di più nei giorni di magra per evitare una eventuale perdita, rispetto ad un certo obiettivo di guadagno giornaliero, mentre non sono disposti a lavorare di più nei giorni con una grande richiesta perché superare l’obiettivo di guadagno è considerato come qualcosa di non necessario;
  • diminuzione della sensibilità: le persone sono più attente ai guadagni o alle perdite in relazione ad un certo punto di riferimento, piuttosto che alla loro entità assoluta, cosicché in generale la sensibilità alla perdita o all’utile diminuisce d’intensità man mano che ci si allontana dal punto di riferimento;
  • distorsione della probabilità: le persone in generale valutano le probabilità di un dato evento in funzione di pesi personali e non di valori oggettivi; nella trasformazione dei valori oggettivi in valori soggettivi, si tende – di solito – ad incrementare le probabilità di eventi estremamente rari e a diminuire le probabilità di eventi ricorrenti e comuni; il risultato di questa operazione è considerato come un guadagno se è superiore al punto di riferimento o come una perdita se è inferiore ad esso; in generale, i soggetti sono avversi al rischio per i guadagni probabili (desiderano avere la certezza del guadagno), mentre ricercano il rischio per i guadagni improbabili, per esempio le lotterie; inoltre, essi sono avversi al rischio per le perdite improbabili (in questo caso sanno che possono perdere facilmente perché le perdite hanno un alto grado di certezza), mentre ricercano il rischio per le perdite probabili (desiderano avere la certezza che il rischio di perdere sia basso).

Cinzia Malaguti

Bibliografia: L. Anolli, Gli effetti sulla vita sociale ed economica, L’ottimismo, Bologna, Il Mulino, 2005

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