La persuasione in politica

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microfono

 

 

 

 

 

 

Chi è più influenzabile dalla propaganda politica? Chi è più influenzabile dagli aspetti di contorno, di sfondo di un candidato? Chi, cioè, è più influenzabile dalla battuta pronta, dalla simpatia, dall’immagine del candidato, da un suo appello semplice e forte, da uno slogan?

Per rispondere a queste domande, che in realtà possono essere ricondotte ad un’unica domanda (come funziona la persuasione in politica?) dobbiamo ricorrere agli studi sui condizionamenti indotti dai segnali periferici.

Molti studiosi concordano sul fatto che l’elemento centrale da considerare per capire quanta e quale influenza possano avere la televisione e, in generale, l’esposizione ai media, sui comportamenti di voto, è il livello di coinvolgimento delle persone rispetto ai temi della politica.

In sostanza, una persona già orientata politicamente guarda le trasmissioni politiche per confermarsi nella sua opinione, per consolidarla, selezionando e mirando la sua attenzione con quello scopo.

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Se, invece, la persona è scarsamente interessata alle questioni politiche, si dedica con meno frequenza alla visione dei programmi ad argomento politico, rimandando la sua decisione sul voto all’ultimo momento, facile preda così di affermazioni elettorali semplici e forti. Scrive la Prof.ssa Nicoletta Cavazza: <<Queste persone decidono il proprio voto prevalentemente in base ad un orientamento politico che si forma attraverso identificazioni non critiche (per esempio: “mio fratello è in lista”, “ho sempre votato così”, “mio padre vota così”) oppure decidono negli ultimi giorni della campagna elettorale, non attraverso la valutazione comparata delle varie posizioni politiche, ma sulla base di quelli che più volte abbiamo indicato come segnali periferici … Naturalmente si tratta di una decisione poco stabile che può essere riformulata anche in modo completamente diverso in altre occasioni elettorali>>

Questo spiega perché voti precedentemente dati a Berlusconi possano tranquillamente finire a Renzi e viceversa, e voti di protesta possano finire nelle mani di un comico; tutti e tre conoscono l’importanza delle leve dei segnali di sfondo, più che di merito e di sostanza, per convincere gli indecisi o quelli poco interessati alla politica. Berlusconi utilizza il colpo di scena ad effetto, Renzi la sua simpatia, mentre Grillo attira l’attenzione con il sarcasmo e le iperbole.

Sono aperte le prenotazioni per lo spettacolo elettorale!

Cinzia Malaguti

Bibliografia:

N. Cavazza, Comunicazione e persuasione, Bologna, Il Mulino. 1997

 

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