Manifesto per una società migliore

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Premesse:

  1. le società che diminuiscono le diseguaglianze, le sperequazioni dei redditi, migliorano la qualità della vita di tutti, oltre a diminuire i costi sanitari, sociali ed ambientali, come dimostrano gli studi di Richard Wilkinson e Kate Pickett ed i cui studi e le ricerche sono pubblicate anche on line su www.equalitytrust.org.uk;
  2. nei paesi benestanti, la crescita economica non è più in grado di contribuire all’innalzamento della vera qualità della vita, che non è quella generata dalle differenze di status.

Una società migliore:

  • è una società che premia il merito senza creare sperequazioni dei redditi,
  • è una società dove le politiche economiche e sociali dettano le regole per una distribuzione dei redditi che riduce e limita l’espansione dei differenziali di reddito;
  • è una società fondata sull’uguaglianza, in cui le persone non siano divise dallo status e dalla gerarchia,
  • è un società in cui è possibile recuperare un senso della comunità e superare le sfide del riscaldamento globale,
  • è una società in cui è possibile possedere e controllare democraticamente il proprio lavoro insieme a comunità di colleghi,
  • è una società in cui le persone sono abituate alla collaborazione e al rispetto reciproco,
  • è una società in cui il consumo ostentato non suscita più ammirazione ed invidia, ma è visto come parte del problema, un segnale dell’avidità e dell’ingiustizia che danneggiano la società ed il pianeta,
  • è una società dove la crescita economica non è il metro con cui si misura tutto il resto,
  • è una società in cui l’accesso a una gamma sempre più vasta di prodotti non è più rigidamente razionato dal reddito e i beni in nostro possesso cesseranno di svolgere un ruolo così importante nella differenziazione sociale,
  • è una società che ha rivisto la legge sui brevetti ed il copyright, affinché chi produce beni e servizi di valore possa essere retribuito in modo tale da non dover limitare l’accesso ai propri prodotti.

drug useCredo che per questa società abbiamo tutti l’interesse a lottare, per un progresso verso l’uguaglianza, quel progresso che ci ha portati dal diritto “divino” dei sovrani all’estensione del diritto di voto ai nullatenenti e alle donne, dalla libertà di stampa alle leggi contro la discriminazione razziale, dalle leggi che tutelano i diritti dei dipendenti al progressivo abbandono delle forme di ossequio di classe, una tendenza storica quasi inarrestabile verso l’uguaglianza, ma per la quale occorre lottare, superare ostacoli e impedire sbarramenti.

 

Occorre un movimento che lotti per il progresso verso l’uguaglianza.

Cinzia Malaguti

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