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Il 13 dicembre 2014 sono entrate in vigore nuove regole europee per l’etichettatura degli alimenti, previste dal regolamento 1169/2011, alcune positive, altre meno.
Vediamo le novità:
tabella nutrizionale: tutti gli alimenti devono avere la tabella nutrizionale, in cui saranno riportate informazioni prima non obbligatorie, come quantità di grassi saturi e zuccheri (il cui consumo eccessivo crea problemi sanitari) e diciture più chiare, come “sale” anziché “sodio”; i produttori avranno tempo fino a dicembre 2016 per adeguarsi alla normativa;
tipo di grassi utilizzati: è obbligatorio indicare il tipo di grassi utilizzato, cioè non più genericamente grassi vegetali o grassi animali; l’industria alimentare fa largo uso di olio di palma, economico e versatile, ma squilibrato a livello nutrizionale, d’ora in poi dovrà essere segnalato;
origine: qui casca l’asino, perché è vero che l’indicazione d’origine viene estesa (da aprile 2015) a pollame, suini, ovini e caprini, prima obbligatoria solo per la carne bovina, ma questa regola non vale per il prodotto trasformato, ad esempio ci sarà l’indicazione d’origine per la fettina, ma non per la salsiccia; inoltre, sapremo dove l’animale è stato allevato e macellato, ma non dove è nato; altro tasto dolente sull’indicazione dell’origine alimentare dei prodotti, riguarda l’indicazione generica “prodotto nell’unione europea” senza la specifica dello stabilimento; a questo riguardo è attiva una petizione per ottenere l’indicazione del luogo dello stabilimento;
allergeni: è obbligatorio evidenziare la presenza eventuale di componenti a rischio allergia;
indicazioni nuove su alcuni metodi alimentari: ad esempio, se trattasi di carne ricomposta dovrà essere indicato in etichetta;
leggibilità: il nuovo regolamento stabilisce la grandezza minima dei caratteri (1,2 mm) per evitare indicazioni minuscole di difficile lettura che possono nascondere magagne.
Leggiamo le etichette per un consumo consapevole e attento alle implicazioni sulla nostra salute.
Cinzia Malaguti