Abbazia di Nonantola, una cripta da 10 e lode

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Abbazia di Nonantola,  la cripta

Abbazia di Nonantola,
la cripta

 

Tutte le volte che passo davanti all’Abbazia di Nonantola (Mo) mi ritorna in mente il romanzo di Umberto Eco, Il nome della rosa, ed il relativo film, non perché lì fosse ambientato, ma perché è quella l’atmosfera.

Il primo nucleo del complesso monastico benedettino di Nonantola risale al 752, fu il monaco benedettino S. Anselmo a volerla e divenne ben presto uno dei principali centri monastici d’Europa. Successivamente fu oggetto di completamenti, ristrutturazioni, ricostruzioni e restauri, anche a causa dei diversi terremoti, tra i quali quello distruttivo del 1117, mentre ha ben resistito a quello recente del 2012.

Abbazia di Nonantola, la cripta

Abbazia di Nonantola,
la cripta

Il complesso monastico è di grande valore storico ed architettonico, soprattutto la cripta e le absidi, da non perdere per l’originalità, anzi l’unicità.

La cripta è straordinaria: una selva di 64 colonne, di cui 16 sono originarie, con capitelli figurati (VIII-IX sec.), illuminati da una tenue luce, caratterizzano un ambiente pieno di fascino e suggestione. L’altare centrale custodisce le reliquie del santo fondatore dell’Abbazia e di altri cinque santi. E’ la più estesa cripta di epoca romanica tra quelle in Europa. Davvero straordinaria.

Abbazia di Nonantola,  le absidi

Abbazia di Nonantola,
le absidi

Le absidi. Uscendo dalla porta della cripta, si giunge nel giardino abbaziale in cui è possibile ammirare le splendide absidi romaniche, rotondeggianti, severe, di una bellezza incantevole, un prezioso esempio di arte romanica.

Bello anche il porticato visibile dal giardino abbaziale; è del XIV secolo, parte dell’antico chiostro monastico.

Abbazia di Nonantola, portone d'ingresso

Abbazia di Nonantola,
portone d’ingresso

La basilica. La chiesa attuale è stata riportata al suo austero e suggestivo aspetto romanico (inizi XI sec.) grazie ai restauri del 1913-17 che hanno eliminato tutte le improprie trasformazioni sei-settecentesche. La facciata esterna della basilica è fatta completamente di mattoni e sono di grande rilievo le sculture nel portale; come una cornice del portone d’ingresso, nella parte a sinistra le sculture illustrano la storia dell’abbazia e nella parte destra sono raffigurati episodi della vita di Cristo; nella lunetta centrale, possiamo ammirare una pregevole scultura di Cristo in trono con a fianco due angeli, attribuita al Wiligelmo. L’ingresso è “annunciato” da un protiro con colonne poggianti su leoni stilofori. L’interno è molto austero e solenne, è diviso in tre navate ed ha una grande scalinata centrale che porta all’altare maggiore.

Abbazia di Nonantola,  il porticato

Abbazia di Nonantola,
il porticato

Nell’adiacente Museo sono custoditi importanti ed antichi manoscritti e pergamene; attualmente e fino a novembre 2014, sono esposte anche le opere pittoriche di arte sacra provenienti dalle chiese emiliane terremotate, in attesa dell’ultimazione dei restauri e del ritorno nelle rispettive sedi.

Visite al complesso monastico di Nonantola. L’interno della basilica è oggetto di messa in sicurezza dopo il terremoto del 2012, anche se non ha subito particolari danni, quindi non è ufficialmente visitabile, ma se chiedete al custode di poterci dare un’occhiata d’insieme, credo vi accontenterà. E’ invece ufficialmente visitabile la meravigliosa cripta, il giardino abbaziale e le absidi, oltre al museo, dal martedì al venerdì ore 9-12, sabato ore 9-12 e 15-18, domenica ore 15-18, lunedì chiuso, agosto chiuso. La gestione è della diocesi.

Cinzia Malaguti

 

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