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Gli economisti parlano di “effetto Veblen” per indicare la propensione a scegliere i beni di consumo sulla base del loro valore sociale anziché del loro valore d’uso.
Thorstein Veblen, economista e sociologo statunitense morto nel 1929, introdusse il concetto di “consumo vistoso” ed evidenziando l’importanza dell’”emulazione finanziaria” e del “confronto antagonistico”.
Nel suo saggio La teoria della classa agiata, Veblen afferma “Il solo mezzo attuabile per convincere freddi osservatori della nostra vita quotidiana che siamo potenti è lo sfoggio instancabile della nostra capacità di spendere”.
La ricerca conferma che la tendenza a prediligere i beni che conferiscono status e prestigio è decisamente più forte per gli articoli molto vistosi.
Nelle società meno inclini all’uguaglianza, cioè dove è più alto il differenziale dei redditi, lo status assume una grande importanza e chi è nelle posizioni più in basso cerca in ogni modo di non apparire pezzente o inadeguato (emulazione finanziaria e confronto antagonistico), spesso indebitandosi, o lavorando molte più ore, per stare al passo con chi sta sopra la gerarchia della sua società.
La pubblicità non fa altro che amplificare e sfruttare le nostre insicurezze di valutazione sociale, presentandoci i prodotti come produttori di benessere e successo.
Nelle società dove è più alta la sperequazione dei redditi l’effetto Veblen è maggiore.
Cinzia Malaguti
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