Come funziona il cervello

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Per capire meglio come funziona il cervello possiamo dividerlo in quattro regioni, ognuna con caratteristiche specifiche, anche se interconnesse le une alle altre: il tronco encefalico le aree limbiche, la corteccia cerebrale e la corteccia prefrontale.

Il tronco encefalico. Il tronco encefalico è la parte del cervello più antica nell’evoluzione della specie umana, detta anche “cervello rettiliano”; esso regola i processi di base come il funzionamento del cuore e dei polmoni ed ha un ruolo essenziale nella salvaguardia della sopravvivenza.

Le aree limbiche. Le aree limbiche sono il regno delle emozioni; sono le aree che ci accomunano a tutti gli altri mammiferi ed è attraverso di esse che possiamo interagire con un cane o un gatto, ad esempio; ad esse sono assegnate le funzioni di valutazione delle situazioni ed emotive; “si tratta di qualcosa di positivo o di negativo?” è la domanda di base cui le aree limbiche cercano di dare una risposta; l’area limbica svolge anche un ruolo cruciale nel modo in cui stringiamo relazioni con gli altri e formiamo legami affettivi. Costituiscono le aree limbiche l’ipotalamo, l’ippocampo e l’amigdala. L’ipotalamo è un essenziale centro di controllo endocrino che influenza, attraverso l’attività della ghiandola pituitaria, in particolare gli organi sessuali, la tiroide ed il surrene. La stimolazione del surrene è particolarmente importante in condizioni di stress: esso è indotto a rilasciare cortisolo che mobilita energie mettendo in stato d’allerta l’intero nostro metabolismo, allo scopo di permetterci di affrontare la sfida; la risposta è altamente adattiva se lo stress è di breve durata, ma può rivelarsi problematica in caso di stress cronico. L’amigdala, a forma di mandorla, è risultata essere particolarmente importante nelle risposte di paura, ma può suggerire risposte istantanee funzionali alla sopravvivenza, anche al di fuori della coscienza. L’ippocampo, a forma di cavalluccio marino, è come “l’assemblatore dei pezzi di un puzzle” mettendo in connessione aree decisamente separate del cervello, dalle nostre regioni percettive, ai magazzini di fatti e ai centri del linguaggio.

La corteccia cerebrale. La corteccia cerebrale è lo strato più esterno, la “scorza” del cervello; nell’evoluzione della specie, essa ha subito una grande espansione a partire dalla comparsa dei primati, sviluppandosi in modo particolare negli esseri umani. La porzione frontale della corteccia permette di disporre di idee e concetti, mentre la porzione posteriore è il maestro mappatore della nostra esperienza nel mondo fisico e si occupa delle funzioni percettive adattive, in sinergia con i cinque sensi.

La corteccia prefrontale. La corteccia prefrontale si è evoluta sino a questo livello solo negli esseri umani e si trova esattamente dietro la fronte. In questo regno prefrontale creiamo rappresentazioni di concetti quali il tempo, il senso di sé ed i giudizi morali.   La corteccia prefrontale mediale svolge importanti funzioni regolatorie che spaziano dal modulare processi corporei, supervisionando l’attività del tronco encefalico, fino a permetterci di fermarci prima di agire, di sperimentare insight ed empatia e di elaborare giudizi morali; in altre parole, la corteccia prefrontale, posta direttamente sopra le aree limbiche e tronco encefalico, ne è collegamento e filtro dei segnali nervosi provenienti dall’interno e dall’esterno. Quando “perdiamo la testa”, la corteccia prefrontale mediale è messa fuori gioco da un eccesso di energia accumulata nelle aree limbiche che la corteccia non riesce temporaneamente a regolare, a causa di ciò il cervello perde equilibrio e coordinazione; ci sono esercizi di consapevolezza, attenzione e riflessione (mindsight, ve ne parlerò in uno dei miei prossimi articoli) che permettono di riconoscere e bypassare questa tempesta sottocorticale, questo vulcano limbico, impedendo così agli impulsi di attivare comportamenti automatici, spesso dannosi, comunque non razionali o non saggi.

E’ necessario, comunque, ricordare che, a prescindere da quanti sforzi possiamo fare o da quante capacità razionali possiamo avere, non siamo altro che esseri umani e le nostre menti saranno sempre piene di vulnerabilità e punti deboli.

Cinzia Malaguti

 

Bibliografia:

Daniel J. Siegel, Mindsight, la nuova scienza della trasformazione personale, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2011

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