Antropologia: I Pigmei e il baratto

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Esistono ancora società che praticano il baratto, ossia il pagamento di un bene con un altro bene, anziché con moneta.

I Pigmei del Congo, che non sono tribù isolate, hanno mantenuto il sistema del baratto perché è in grado di assicurare “un tasso di scambio” notevolmente stabile.

I Pigmei, conosciuti fin dall’antichità, per la loro piccola statura, sono circa 200.000 e vivono in sette paesi dell’Africa centrale, ma i gruppi più numerosi abitano nella foresta dell’Ituri, nel Congo orientale.

Essi sono da sempre cacciatori ed hanno da secoli intrattenuto rapporti di scambio con i vicini agricoltori Bantu, ma a causa della particolare fertilità del suolo, ai Bantu si sono affiancate altre popolazioni africane, successivamente cercatori d’oro ed operai dei cantieri stradali e, con essi, è arrivata anche la monetizzazione degli scambi, ma i Pigmei hanno fatto una scelta diversa.

Di fronte all’inflazione che dagli anni Settanta in poi ha affossato l’economia congolese, i Pigmei hanno preferito perseguire l’economia del baratto; per i Pigmei non è tanto interessante ricavare dallo scambio un profitto, ma piuttosto ottenere beni d’uso immediato. Essi continuano a cedere i prodotti della foresta e gran parte del loro lavoro in cambio di prodotti alimentari e manufatti, fatto questo che li ha messi anche al riparo dalle fluttuazioni monetarie di un’economia fortemente instabile e impoverita come quella congolese; ad esempio, fino agli anni Ottanta, un’antilope valeva un telo di stoffa per abiti femminili, mentre da quando sono disponibili sul mercato stoffe meno care, il “prezzo” per un telo è sceso a poco più di mezza antilope.

Lo scarso interesse dei Pigmei per il profitto si riflette inoltre sulle loro relazioni con l’ambiente; se avessero scambiato la carne e gli altri prodotti della foresta con del denaro, essi avrebbero cacciato di più, perfino oltre il loro fabbisogno e oltre la necessità di procurarsi beni di consumo immediato. Se i Pigmei si fossero fatti prendere dalla logica dell’economia monetaria, avrebbero compromesso l’equilibrio dell’ambiente in cui vivono.

Diventa così evidente la discrepanza tra la logica pervasiva dell’economia capitalista e la logica economica dei Pigmei: mentre per la prima è utile sfruttare certe risorse ottenendo da esse il massimo del profitto, senza alcun riguardo per ciò che può comportare sul piano dell’equilibrio ambientale nel suo complesso, per l’economia dei Pigmei si tratta di mantenere un equilibrio socio-ambientale che non alteri il rapporto tra le specie dell’ambiente in cui i Pigmei vivono.

Cinzia Malaguti

Bibliografia: U. Fabietti, Elementi di antropologia culturale, Mondadori Università, Milano, 2010

 

 

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